Il metodo Stern è stato ideato da Arno Stern, noto pedagogista e ricercatore, conosciuto per il suo approccio educativo basato sulla libera espressione tramite disegno e pittura.
È una pratica che nasce dall’osservazione dei bambini e dalla convinzione che ogni singolo individuo possieda una traccia interiore unica, in grado di manifestarsi solo in un contesto completamente libero da condizionamenti e valutazioni.
Le origini del metodo Stern
Arno Stern nasce a Kassel, in Germania, nel 1924, fuggito dalla guerra si trasferisce a Parigi dove inizia a lavorare con i bambini rifugiati ed è lì che si accorge che i loro disegni, anche di culture diverse, seguono uno schema naturale, spontaneo e molto simile. Ed è da questa intuizione che nasce il Closlieu, un atelier dedicato alla pittura libera, e il principio di quello che oggi conosciamo come Metodo Stern.
Nel Closlieu, non ci sono maestri, modelli o regole estetiche, non si disegna per mostrare o per imparare, ma per il piacere di tracciare segni e colori su un foglio.
L’obiettivo non è produrre un’opera artistica, ma dare spazio a ciò che Stern definisce la Formulazione, un linguaggio universale che esprime la vita interiore di chi crea.
Nel tempo, Arno Stern ha condotto ricerche in diversi paesi del mondo, osservando come bambini di culture e contesti differenti disegnassero in modo sorprendentemente simile.
Questo lo porta a una conclusione fondamentale e cioè che il disegno spontaneo è un’espressione biologica e non culturale.
Come funziona l’Atelier Stern
L’Atelier Stern (o Closlieu) è uno spazio protetto, fisico e simbolico, in cui la persona, bambino o adulto, può dipingere senza giudizio né obiettivo. Le pareti sono rivestite di fogli bianchi, i colori sono disposti ordinatamente su un tavolo centrale, e al centro c’è la libertà.
Chi entra nell’atelier riceve solo alcune semplici regole di convivenza e di cura del materiale, ma non viene guidato nel contenuto del disegno. Nessuno dice cosa o come disegnare.
L’adulto, chiamato “servant”, non è un insegnante ma un facilitatore che si limita ad aiutare tecnicamente, ad esempio porgendo un colore o fissando un foglio, senza interferire nel processo creativo. Inoltre, non c’è un inizio o una fine prestabilita, nessun giudizio finale, e soprattutto non c’è un pubblico, tutto viene creato per rimanere nell’atelier.
Questo permette di recuperare un rapporto puro e autentico con il gesto creativo, svincolato da qualsiasi aspettativa.
Quali sono i benefici del metodo Stern?
Arno Stern non parla di educazione artistica ma di educazione alla libertà. Il Closlieu diventa un luogo in cui le persone:
- si esprimono senza paura di sbagliare;
- imparano a riconoscere e rispettare il proprio ritmo;
- sviluppano concentrazione, fiducia e ascolto di sé.
Nel caso dei bambini, il metodo favorisce lo sviluppo dell’attenzione e della coordinazione, ma soprattutto rafforza la sicurezza interiore.
Per gli adulti, rappresenta un ritorno all’essenzialità, un modo per disintossicarsi dal bisogno di performance e giudizio.
Il valore educativo e psicologico della pittura libera
A differenza dei laboratori artistici tradizionali, il metodo Stern non ha finalità didattiche o terapeutiche, ma le sue implicazioni psicologiche sono profonde.
Stern parla di una memoria organica, una sorta di linguaggio innato che emerge nel disegno spontaneo e che accompagna l’individuo fin dall’infanzia.
Disegnare senza essere giudicati riattiva la fiducia nelle proprie percezioni e permette di esplorare le emozioni in modo libero e non verbale. Anche la disposizione spaziale dell’atelier è studiata per favorire questo processo, le pareti sono strette e avvolgenti, per creare un senso di protezione e i colori sono posizionati in cerchio, per invitare al movimento e all’interazione.
Il metodo Stern oggi: dove sperimentarlo?
Oggi, il metodo Stern è diffuso in molti paesi, e anche in Italia esistono diversi atelier riconosciuti che seguono la formazione diretta di Arno o del figlio André Stern, che ne porta avanti la filosofia.
Gli atelier si trovano in molte città, da Milano a Roma, da Firenze a Torino. Alcuni sono parte di scuole alternative, altri di spazi indipendenti di pedagogia creativa.
Molti insegnanti, educatori e psicologi utilizzano i principi del metodo anche in contesti scolastici o terapeutici, adattandoli alle proprie discipline.
L’approccio Stern, infatti, si integra facilmente con altri percorsi educativi basati sull’ascolto e sulla libertà di espressione, come la pedagogia Montessori o Reggio Children.
Negli ultimi anni, anche la psicologia dello sviluppo ha riscoperto l’importanza del disegno spontaneo, riconoscendo al gesto creativo un ruolo centrale nel benessere emotivo.






