La bresaola è un salume molto consumato, in particolare, per il suo sapore delicato e il basso contenuto di grassi, viene anche consigliata all’interno di regimi alimentari per la perdita di peso, grazie alla sua alta fonte di proteine magre.
A volte, compriamo più vaschette di affettati e può capitare che alcuni restano anche per più giorni nel frigorifero, superando la data di scadenza.
La scadenza della bresaola
Il formato che più acquistiamo al reparto salumi è quello salva-freschezza, un involucro sottovuoto che riesce a mantenere intatte le proprietà del salume appena affettato e la sua genuinità.
Questo deve sempre riportare la data di scadenza per informare il consumatore sul termine massimo entro cui consumare il prodotto.
È importante rispettare la dicitura “da consumarsi entro” per tutti i salumi in vaschetta, mentre per altri prodotti come formaggi, latticini e insalate, è possibile anche andare oltre di qualche giorno rispetto alla data di scadenza.
La bresaola, così come altri affettati, vanno sempre consumati entro la data indicata, perché i prodotti a base di carne tendono ad andare a male molto velocemente.
Inoltre, la bresaola, una volta aperta, deve essere conservata in frigorifero all’interno di una confezione protetta e consumata entro massimo tre giorni. Prima di mangiarla è comunque consigliato verificarne l’odore e controllare l’aspetto delle fette.
Entro quanto mangiare la bresaola affettata fresca?
La bresaola affettata al banco deve essere consumata nell’immediato per gustarne la freschezza e la morbidezza. La cosa migliore è quella di acquistare o tagliare solo la quantità che si pensa di mangiare, in modo da non conservare in frigorifero le fette di bresaola avanzate.
In ogni caso, meglio non far passare più di tre giorni dal taglio e controlla lo stato delle fette, se sulla superficie ci sono dei principi di muffa o ossidazione e le fette emanano un odore sgradevole, bisogna evitarne il consumo.
Mangiare la bresaola scaduta fa male?
Mangiare la bresaola scaduta può creare problemi di salute, anche importanti, in particolare, si è esposti al rischio di contaminazione batterica, soprattutto della salmonella.
È possibile anche contrarre infezioni da tossine provocate da muffe e funghi che possono formarsi sulla bresaola scaduta o conservata male. Vediamo più nel dettaglio.
Intossicazione alimentare
Come anticipato, la bresaola scaduta può contenere batteri patogeni come Listeria monocytogenes, Salmonella, o Escherichia coli, che possono provocare:
nausea,
vomito,
diarrea,
dolori addominali,
febbre.
Nei casi più gravi, soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini, donne in gravidanza o immunodepressi), l’infezione può portare a complicazioni serie.
Rischio di Listeriosi
La Listeria monocytogenes è un batterio che può proliferare anche a basse temperature (come quelle del frigorifero). Se la bresaola è scaduta da tempo o è stata conservata male, il rischio di contaminazione aumenta. La listeriosi può causare:
febbre alta,
dolori muscolari,
sintomi neurologici (nei casi più gravi),
aborto spontaneo o parto prematuro nelle donne in gravidanza.
Muffe e micotossine
Una bresaola scaduta e visibilmente alterata può sviluppare muffe, alcune delle quali potrebbero produrre micotossine, sostanze tossiche per l’organismo, potenzialmente cancerogene o dannose per fegato e reni.
Le muffe non vanno mai semplicemente “grattate via”, perché possono aver già contaminato l’intero alimento.
Un prodotto deteriorato può contenere proteine e grassi parzialmente degradati che risultano difficili da digerire, causando:
gonfiore addominale,
pesantezza di stomaco,
fermentazioni intestinali.
Come riconoscere se la bresaola è andata a male
Hai acquistato della bresaola e l’hai dimenticata nel frigorifero per qualche giorno oltre il giorno della scadenza, oppure, l’hai conservata in un contenitore che non è rimasto ben chiuso? Puoi capire se la bresaola è andata a male da questi segni:
Odore sgradevole: acido, rancido o “strano”.
Colore spento o anomalo: virato al grigio, verde o marrone.
Presenza di muffa o patine bianche non naturali.
Consistenza viscida o umida al tatto.
Se, accidentalmente, hai mangiato bresaola scaduta e noti sintomi come quelli elencati (nausea, diarrea, febbre, mal di stomaco), contatta subito il medico.
Anche se nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi gastrointestinali lievi e autolimitanti, è sempre bene prestare attenzione.
Hai mai sognato la guerra? Ad esempio di ritrovartici in mezzo come se fossi un soldano, un civile in fuga oppure un semplice osservatore?
I sogni di guerra sono inquietanti ma anche molto frequenti tra le persone, e spesso nascondono significati molto profondi legati alla tua vita interiore. Cerchiamo di capirne di più.
La guerra come simbolo interiore
Dal punto di vista psicologico, sognare una guerra non va interpretato in modo letterale. Non significa che stai per affrontare un conflitto reale o che sei in pericolo, può invece simboleggiare il conflitto interiore.
Potresti trovarti in un momento della tua vita in cui provi emozioni contrastanti che si scontrano dentro di te: desideri contro doveri, paura contro coraggio, ragione contro istinto.
Freud vedeva nei sogni il linguaggio simbolico dell’inconscio e una guerra onirica può rappresentare pulsioni represse, tensioni in famiglia o situazioni irrisolte che l’inconscio sta cercando di portare in evidenza.
Cosa vuol dire sognare la guerra?
Sognare scene di guerra può rappresentare il rifletto di un periodo molto stressante o turbolento della tua vita. Relazioni personali, lavoro, decisioni importanti da prendere, eventi traumatici, tutto può generare un “campo di battaglia” mentale.
Il sogno diventa una sorta di valvola di sfogo, il cervello rielabora lo stress tramite immagini forti e simboliche.
Anche cambiamenti importanti nella propria quotidianità, come un trasloco, la fine di una relazione, un passaggio di vita, possono provocare sogni di guerra.
Tutte queste trasformazioni possono essere viste dal cervello come una lotta, perché anche i cambiamenti positivi spesso hanno bisogno di un periodo di adattamento, generando ansia.
I sogni più frequenti sulla guerra
Quando si sogna la guerra, non lo si sempre allo stesso modo, e ci sono dettagli che possono aiutarti a capire di più sull’origine del sogno stesso:
Sognare di essere un soldato può vuol dire che ti senti costretto a combattere per qualcosa in cui non credi davvero, oppure, che stai lottando per cercare di difendere i tuoi valori.
Sognare di fuggire da una guerra simboleggia il desiderio di evasione da una situazione stressante che senti di non poter controllare.
Vedere una città distrutta a causa della guerra può riflettere una sensazione di perdita o instabilità della tua vita professionale o affettiva.
Vincere una battaglia, invece, può essere segno di un superamento interiore, di un conflitto che si sta risolvendo in positivo.
Ovviamente ogni sogno va interpretato in base al vissuto personale, e lo stesso simbolo può avere significati differenti per persone diverse.
Sognare la guerra può anche essere un invito ad ascoltarsi
Sognare di stare in guerra può essere inquietante, ma è anche un’opportunità perché ti invita a fermarti e ascoltare ciò che sta succedendo dentro di te. Stai lottando per qualcosa? Ti senti sotto pressione? Hai bisogno di fare pace con una parte di te o con qualcun altro? A volte, questo sogno ti vuole mostrare ciò che cerchi di evitare durante il giorno. Può essere un’occasione per riordinare le tue emozioni e affrontare ciò che ti turba.
Se i sogni di guerra sono molto ricorrenti e troppo disturbanti, potrebbe esserti d’aiuto parlarne con uno psicoterapeuta che possa aiutarti a capire quali sono le cause più profonde del tuo disagio e il significato inconscio che si cela al di sotto.
Tabacco o sigarette? Negli ultimi anni è aumentato il consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani, uno dei motivi è che c’è chi pensa che il tabacco rollato sia di qualità superiore, e privo di additivi, rispetto a quello contenuto nelle sigarette tradizionali.
Ma c’è anche chi sostiene che il tabacco da rollare sia comunque sottoposto a processi industriali per renderlo pronto all’uso.
Ma qual è la verità ? Il tabacco fa meno male delle sigarette? In realtà, nonostante ci sia una qualità migliore di filtri e cartine, fumare tabacco fa male come le sigarette.
Meglio il tabacco o le sigarette?
Chi sostiene che il tabacco è meglio delle sigarette lo fa basandosi sul fatto che il primo permette di assumere meno sostanze nocive, ma è davvero così? È difficile rispondere in modo univoco.
Molto dipende dal trinciato scelto e dal tipo di carta usata, a cui si aggiunge che a causa della preparazione manuale, è possibile fumare una quantità di tabacco superiore.
Inoltre, il grado di additivi chimici che vengono usati nella preparazione delle foglie non è dichiarato dai produttori in modo chiaro, e questo rende difficile sapere di quanta quantità stiamo parlando.
Come detto in precedenza, invece, l’assenza di colla e la cellulosa quasi per niente trattata, limitano l’esposizione ad elementi dannosi che scaturiscono dalla combustione. Non è un caso che quando si fuma una sigaretta fatta artigianalmente, questa si spegne, mentre quella prodotta a livello industriale, no.
Il filtrino è realizzato con il cotone ed è molto meno aggressivo dell’acetato di cellulosa delle sigarette.
Vantaggi e svantaggi del fumare tabacco
Nonostante le premesse, in qualunque modo lo si fuma, vengono inalate delle sostanze che lo rendono nocivo come la nicotina, il benzene, i metalli pesanti e gli idrocarburi, presenti sia nel tabacco che nelle sigarette.
Una sigaretta rollata fa risparmiare perché la preparazione porta via tempo, comodità e sforzo e questo si traduce in un minor numero di fumate, cosa molto positiva per la salute. Inoltre, è possibile gestire la quantità di tabacco inserita nella cartina, scegliendo di metterne di meno in modo da farlo durare di più e preservare il benessere psicofisico.
Di contro c’è la laboriosità della preparazione che però rappresenta un deterrente al fumo. Il pacchetto di sigarette è più facile e veloce da fumare, basta tirarla fuori e accenderla; inoltre, se si sbagli il dosaggio del trinciato è possibile anche sovraccaricare la cartina e ridurre i benefici del fumare tabacco col fai da te.
Tabacco vs. sigaretta: quale non fa male?
Nessuno, sia il tabacco che le sigarette fanno male, perché le principali sostanze nocive della combustione sono presenti in entrambi. Il fumo danneggia la salute e può incentivare la comparsa di alcune patologie, per questa ragione davanti alla scelta “meglio tabacco o sigaretta”, la risposta è: smettere di fumare.
In nessun caso vale la pena danneggiare la propria salute per il fumo, per questa ragione consigliamo di pensarci bene prima di iniziare a fumare, o di provare a smettere, per evitare di continuare a farsi male.
La Bella Addormentata è un classico Disney molto amato, una delle favole più famose, anche per la presenza delle tre fate, le madrine della protagonista Aurora.
Il cartone animato però, in realtà, è ispirato alla favola di Charles Perrault, ma con qualche modifica e adattamento. Ma qual è il nome delle fate della Bella Addormentata nella versione dello scrittore francese?
Le fatine della Bella Addormentata
Della Bella Addormentata ci sono due versioni, quella di Charles Perrault, in cui non viene specificato né il numero e né il nome delle fate invitate al battesimo di Aurora; e la versione dei fratelli Grimm in cui, invece, le fate del regno sono 13, ma ne vengono invitate soltanto 12 perché non ci sono abbastanza piatti dorati.
Ciò nonostante, la tredicesima fata si presenta al ricevimento e, offesa dalla mancanza di rispetto, scaglia la maledizione.
In entrambe le versioni, le fate donano alla principessa un talento o una dote particolare, come canto e bellezza. Sarà la dodicesima fata a spezzare la maledizione della fata malvagia che aveva colpito la principessa Aurora (versione Fratelli Grimm).
Nomi fate Bella Addormentata
Nel film della Walt Disney del 1959 le fate sono tre e hanno i seguenti nomi:
Flora, la più anziana e saggia delle tre fate, indossa un abito rosso che simboleggia vitalità e passione. Dona ad Aurora bellezza e grazia, incarnando l’armonia e il rinnovamento della natura, proprio come la dea romana della primavera da cui prende il nome.
Fauna, vestita di verde, rappresenta il legame profondo con la natura. Il suo nome richiama la dea romana associata a Fauno, simbolo di fertilità e vita. Dolce e sensibile, è la più premurosa del trio, sempre pronta a rispondere con gentilezza.
Serenella, conosciuta originariamente come Merryweather, indossa un abito blu che evoca il cielo sereno. Contrariamente al significato pacifico del suo nome, è la più combattiva delle tre, pronta a difendere Aurora con determinazione e coraggio.
Perché le fate sono tre?
Il numero tre rappresenta armonia, equilibrio e completezza, valori di molte storie, in cui si crea una dinamica tra forze diverse che si bilanciano tra loro.
Flora, Fauna e Serenella riflettono tre caratteristiche complementari: saggezza, dolcezza e determinazione, necessarie per proteggere Aurora.
Inoltre, il tre è spesso considerato un numero magico, ricorrente nella narrativa per la sua capacità di creare una struttura narrativa chiara e simbolica. Le fate, con i loro doni e le personalità forti e caratteristiche, agiscono insieme come un’unica forza per contrapporsi al male e garantire il lieto fine, rafforzando il valore dell’unione e della cooperazione nella lotta contro l’avversità.
Inoltre, secondo le tradizioni neo-pagane e, in particolare, la Wicca, la Grande Madre è la personificazione del femminile sacro e della connessione con la natura, venerata come colei che nutre e protegge tutte le creature viventi.
Nella sua triplice forma, è vista come la Fanciulla, la Madre e l’Anziana, simbolizzando i cicli lunari e le fasi della vita.
I prestiti senza busta paga e senza garanzie sono forme di finanziamento rivolte a chi non può dimostrare un reddito fisso o non possiede beni da offrire come garanzia.
In genere, vengono richiesti da lavoratori autonomi, studenti, disoccupati o persone con contratti atipici e da chi si è visto rifiutare la richiesta di un prestito personale.
Ci sono poi anche i prestiti per casalinghe , che però non sono sempre ottenibili senza dimostrare una minima entrata, anche non abituale, o senza la presenza di un garante. Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento.
Prestiti senza garanzie
Le due principali soluzioni disponibili di finanziamenti senza garanzie sono il prestito d’onore e i prestiti garantiti dagli enti pubblici.
Il primo è un finanziamento pensato per gli studenti delle scuole medie secondarie e per chi frequenta l’università, concesso per sostenere le spese scolastiche. Viene accordato solo agli studenti che hanno una media alta e una carriera scolastica eccellente.
Ad erogare il prestito sono, solitamente, degli enti convenzionati con l’istituto scolastico che propongono il finanziamento con condizioni e tassi di interesse particolarmente vantaggiosi.
Il secondo rientra nei finanziamenti senza garanzie che consentono l’accesso a fondi statali ed europei, rivolti a giovani, disoccupati, inoccupati e donne che voglio sviluppare un progetto imprenditoriale.
Non sono richiesti garanti e bisogna essere in possesso di tutti i requisiti di accesso presenti nel bando; talvolta, il prestito può essere completamente a fondo perduto.
Mini prestiti senza busta paga e garante
C’è poi la possibilità di richiedere dei piccoli prestiti veloci senza bustapaga per ottenere importi più contenuti.
Sono la soluzione ideale per chi ha necessità di liquidità immediata per far fronte a spese improvvise o per dilazionare i pagamenti relativi all’acquisto di beni e servizi. Vediamo le proposte attualmente disponibili.
Prestito senza busta paga Poste Italiane
Poste Italiane offre la possibilità di richiedere il Mini Prestito BancoPosta ai possessori di una Postepay Evolution.
L’importo ottenibile va da 1.000€ fino a massimo 3.000€ e può essere restituito in massimo 22 mesi. Possono richiederlo i residenti in Italia e con una minima fonte di reddito dimostrabile, di età compresa tra i 18 e i 76 anni.
Prestito senza busta paga Cofidis
Cofidis offre Power Credit, una linea di credito revolving fino a 2.000€ senza necessità di presentare una busta paga. Si attiva gratuitamente online e può essere utilizzata per spese impreviste o necessità personali, come riparazioni o vacanze.
Il rimborso avviene con rate mensili da 60€ solo se il credito viene utilizzato, altrimenti non ci sono costi. Per richiedere il prestito bastano pochi minuti: occorrono i dati personali, il codice fiscale e l’IBAN. Dopo l’approvazione e la firma del contratto, i fondi sono disponibili sul conto entro 48 ore.
Prestito senza busta paga Compass
Compass propone il piccolo prestito veloce MiniCredito, una linea di fido che permette di avere sempre sul conto 1.500€. I soldi sono rimborsati con rate fisse che, in base al saldo del conto, variano da 50 a 100€ al mese.
Per farne richiesta bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia, e prendere un appuntamento presso una delle tante filiali presenti sul territorio.
Potresti aver bisogno di inserire una password in Excel per proteggere il file da possibili modifiche di altre persone che utilizzano pc in casa.
Inserendola, l’apertura del foglio di calcolo sarà possibile soltanto dopo l’inserimento della parola chiave corretta.
Tutte le indicazioni di questo articolo sono valide per le edizioni del software a partire dal 2007, fino a quelle più recenti.
Come proteggere file Excel con password
Devi sapere che puoi mettere la password sul tuo documento Excel utilizzando il programma stesso.
Se il tuo PC è Windows, puoi facilmente aggiungere la protezione al file: come prima cosa, apri il foglio di calcolo e dalla schermata principale, clicca su File, poi su Informazioni e premi su Proteggi cartella di lavoro.
Nel riquadro che appare, seleziona Crittografa con password e inserisci, nella casella di testa, la password che desideri impostare, conferma su Ok, immettila di nuovo, clicca ancora su Ok e salva il file.
Da questo momento, quando qualcuno proverà ad aprire il documento, visualizzerà la casella di testo vuota in cui inserire la password per avere l’accesso.
Se ci ripensi, puoi rimuovere la password andando su File > Informazioni > Proteggi cartella di lavoro > Crittografa con password. Elimina la password, conferma sul tasto Ok e salva il File.
Nel caso tu stia utilizzando Excel in Office 2003 o versioni precedenti, apri il file e vai su Strumenti > Opzioni > Protezione, inserisci la una password, conferma su OKe salva.
Se stai usando un Mac, puoi inserire la password Excel con pochi passaggi: apri il foglio di calcolo e clicca su File> Password, inserisci la password nel campo Password di apertura e conferma su OK. Ti verrà richiesta nuovamente l’immissione, dopo averlo fatto, premi su File > Salva.
In caso di ripensamento ti basta seguire lo stesso percorso e cancellare la password inserita.
Inserire la password sull’App Excel (Android/iOS/iPadOS)
Excel è disponibile in versione app per Android e iOS, ed è gratuita per i dispositivi pari o inferiori ai 10.1 pollici. Al contrario, sarà necessario attivare un abbonamento a Microsoft 365.
Sulla versione mobile sono presenti molte delle funzioni di quella desktop, ma per poter proteggere il file Excel con la password, bisogna effettuare la condivisione esterna con altri utenti e avere attivo l’abbonamento.
Se possiedi Microsoft 365, apri l’app Excel e il documento di interesse poi fai tap sull’icona della condivisione, premi su Chiunque abbia il collegamento può modificare, poi su Altre impostazioni e nella casella Imposta password, digita la password e poi conferma su Applica.
Infine, premi su Copia per copiare l’URL del file Excel e condividerlo con altre persone, ricordandoti di fornire anche la password.
Proteggere file Excel online
È disponibile anche una versione web di Excel fruibile dal browser senza la necessità di installare il programma sul computer.
Excel online è gratuito, per utilizzarlo basta avere un account Microsoft, ma per impostare la password bisogna avere l’abbonamento a Microsoft 365. Grazie a quest’ultimo puoi attivare le funzioni avanzate, tra cui la possibilità di impostare una password al momento dell’apertura.
Procedi come segue:
Effettua l’accesso al tuo account Microsoft;
Crea una nuova cartella di lavoro o apri un documento già esistente;
Clicca su File > Condividi > Condividi con altri utenti
Premi su Chiunque abbia il collegamento può modificare;
Nella sezione Altre Impostazioni inserisci la password nell’apposito campo e clicca su Applica.
Ora premi su Copia per copiare l’URL del documento.
Adesso, come per la versione app di Excel, ti basterà condividerlo con gli altri utenti, inviando loro anche la password che hai inserito per l’apertura.
Capire se manca gas nel condizionatore di casa non è difficile se conosci quali sono i segnali che dovrebbero spingerti a intervenire subito. Non è una questione solo di efficienza energetica, anche se molto importante, ma riguarda anche il tuo benessere e comfort. Tranquillo, sappiamo che soprattutto in una giornata afosa e spossante hai bisogno del tuo amico condizionatore e che non vedi l’ora di risolvere il problema. Effettivamente, se hai notato che l’apparecchio inizia a non raffreddare come dovrebbe potrebbe essere un problema di gas refrigerante.
Ora ti spiegheremo sia i segnali che i passaggi chiave per capire se il tuo condizionatore effettivamente ha bisogno di una ricarica di gas.
Come capire se manca gas nel condizionatore?
Come accennavamo prima, capire se il condizionatore di casa sta funzionando correttamente è il primo passo per diagnosticare unapossibile mancanza di gas. Ecco le prime quattro cose che devi controllare.
La pulizia dei filtri
Non è un mistero anche se per molti sembra lo sia, ma i filtri del condizionatore devono essere puliti con regolarità, il ché non significa una volta ogni 10 anni. I filtri sporchi possono ridurre l’efficienza dell’unità, causando una diminuzione del raffreddamento percepito.
Quindi, se hai notato che il tuo condizionatore non raffredda come dovrebbe, apri il condizionatore e pulisci i filtri. Servono solo pochi minuti per farlo!
Controlla che il vaporizzatore e condensatore siano efficienti
Il vaporizzatore e il condensatore sono componenti cruciali del sistema di raffreddamento quindi, se uno di questi componenti non funziona correttamente, il condizionatore non riuscirà a raffreddare l’aria adeguatamente.
Dai un’occhiata per verificare la presenza di sporco, detriti o danni visibili, questo può aiutarti a identificare problemi potenziali. Assicurati che entrambi i componenti siano puliti e funzionanti.
Lamelle e ventole efficienti
Le lamelle e le ventole del condizionatore devono essere in buone condizioni per garantire un corretto flusso d’aria e scambio termico. Infatti, se le lamelle sono piegate o sporche possono ostacolare il flusso d’aria, mentre le ventole difettose possono ridurre la capacità del condizionatore di raffreddare l’ambiente.
Controlla e, se necessario, pulisci o ripara questi componenti per assicurarti che funzionino correttamente.
Temperatura dell’aria in uscita
Un altro segnale inconfondibile che può indicare la mancanza di gas è la temperatura dell’aria in uscita. Se l’aria che esce dal condizionatore non è abbastanza fredda, allora potrebbe esserci una carenza di gas refrigerante.
Per aiutarti, puoi utilizzare un termometro per misurare qual è la temperatura dell’aria in uscita. Se è significativamente più alta del normale, è probabile che il livello di gas sia insufficiente.
Cosa succede se manca gas nel condizionatore?
La mancanza di gas nel condizionatore può avere diverse conseguenze, tutte con un impatto negativo sull’efficienza e sulla durata dell’impianto:
Riduzione della capacità di raffreddamento: La prima cosa che noterai sarà una diminuzione delle prestazioni del condizionatore. L’aria non sarà più così fresca, il che renderà difficile mantenere una temperatura confortevole in casa;
Aumento del consumo energetico: Un condizionatore che lavora senza una quantità sufficiente di gas tende a consumare più energia, poiché deve lavorare più duramente per cercare di raggiungere la temperatura impostata;
Surriscaldamento del compressore: Il compressore può surriscaldarsi e subire danni permanenti se il livello di gas è troppo basso. Sai cosa significa? In breve tempo potresti ritrovarti a sostenere delle spese per ripararlo o a sostituire addirittura il condizionatore;
Formazione di ghiaccio: Paradossalmente, una mancanza di gas può causare la formazione di ghiaccio sul vaporizzatore, poiché la pressione diminuita del gas porta a temperature molto basse in certe parti dell’unità.
Monitoraggio e manutenzione dell’impianto
La manutenzione regolare del condizionatore è essenziale per evitare problemi legati alla mancanza di gas e per garantire un funzionamento efficiente e duraturo.
Quanto dura il gas in un condizionatore?
Il gas refrigerante in un condizionatore è progettato per durare molti anni, ma diversi fattori possono influenzare la sua durata:
Installazione corretta: Una corretta installazione dell’impianto riduce il rischio di perdite di gas. In sostanza, se il tuo condizionatore è stato installato in modo professionale, il gas dovrebbe durare per tutta la vita utile dell’unità;
Manutenzione regolare: Effettuare controlli e manutenzioni periodiche ti aiuta a identificare e riparare eventuali perdite di gas prima che diventino problemi gravi. Non trascurare questo aspetto!
Utilizzo dell’Impianto: L’uso intensivo del condizionatore può causare una maggiore usura dei componenti, aumentando il rischio di perdite di gas nel tempo.
In sintesi, dovrai mantenere il condizionatore in buone condizioni e monitorare regolarmente i segnali di inefficienza per garantirti che il gas refrigerante duri il più a lungo possibile.
Per mantenere il tuo condizionatore in perfetta efficienza e assicurarti che il livello di gas sia sempre ottimale, affidati a professionisti del settore per una manutenzione periodica. Con una cura adeguata, il tuo condizionatore continuerà a garantirti freschezza e comfort per molti anni.
E se invece è arrivato il momento di cambiare condizionatore? Ecco alcuni consigli per sceglierlo al meglio.
Consigli per la scelta di un condizionatore nuovo
Il climatizzatore è uno strumento essenziale per rinfrescare un’abitazione, poiché consente di creare un ambiente confortevole, anche in caso di temperature esterne particolarmente elevate o, al contrario, piuttosto rigide. Inoltre, questo dispositivo è in grado di migliorare la qualità dell’aria, eliminando i cattivi odori, la polvere e i batteri grazie agli appositi filtri di cui sono dotati. Trovare il climatizzatore giusto per il proprio ambiente non è semplice, poiché ci sono molteplici offerte condizionatori tra cui scegliere. Ad ogni modo, per individuare quello adatto, è fondamentale considerare l’ambiente da rinfrescare, sia le dimensioni dello stesso che le sue caratteristiche.
Condizionatore monosplit o multisplit?
I condizionatori mono split, come quelli Samsung, sono formati da un’unità esterna collegata a una sola unità interna. Essi sono facili da installare, e in questo caso l’unità esterna può essere posizionata vicino all’unità interna. Inoltre, i consumi in genere sono più contenuti rispetto ad altre soluzioni. Al contrario, i condizionatori multisplit sono formati da una sola unità esterna collegata a due o più unità interne. I modelli più diffusi sono quelli dual split, ma esistono anche modelli con più split, utilizzati principalmente nei negozi, nei locali e nelle abitazioni di grandi dimensioni. Il vantaggio principale è costituito dalla facilità di manutenzione: un solo sistema è più facile da preservare nel tempo rispetto a diversi sistemi monosplit. Inoltre, se il sistema è dotato di tecnologia inverter, la gestione della potenza nei singoli ambienti è più efficiente.
La potenza
Un’altra caratteristica da considerare per la scelta del climatizzatore è la potenza, espressa in BTU. In genere, per un appartamento di 50 metri quadri basta una potenza di 12.000 BTU, per un’area di 120 metri quadri ne servono 32.000, ecc. Tuttavia, non bisogna tenere conto solo del volume della stanza, ma anche di altri fattori. Ad esempio, è necessario considerare l’esposizione al sole delle stanze; il livello di isolamento termico dell’edificio; la presenza di superfici vetrate; la qualità degli infissi nell’abitazione; la presenza di vani aperti, ambienti open space, ecc. Inoltre, è fondamentale valutare le esigenze delle persone che abitano l’appartamento, specialmente se ci sono soggetti con problemi respiratori oppure anziani. In più, bisogna precisare che climatizzatori più potenti hanno costi più elevati.
Risparmio energetico
Prima di acquistare un condizionatore, è fondamentale valutare l’impatto sulla bolletta energetica. Infatti, questo elettrodomestico rientra tra quelli che consumano di più. Dal 2019, è stato introdotto un sistema di classificazione basato su 7 classi energetiche, da A (che rappresenta la massima efficienza energetica) a G. In un’etichetta energetica vanno considerati anche due indicatori, indicati con gli acronimi SEER e SCOP. Il primo termine indica il seasonal energy efficiency ratio, ovvero il rapporto di efficienza energetica stagionale, che permette di confrontare l’effetto raffrescante in rapporto alla quantità di energia consumata. Più alto è questo valore, maggiore è l’efficienza energetica dell’elettrodomestico. Lo SCOP, invece, è il seasonal coefficient of performance, ovvero il coefficiente complessivo di efficienza dell’unità del climatizzatore per una stagione intera di riscaldamento.
Rumorosità
Infine, quando si sceglie un climatizzatore, è bene considerare anche il livello di rumorosità, specialmente se si ha intenzione di installare l’elettrodomestico in camera da letto oppure si rischia di disturbare i vicini. Il livello di rumore emesso dal climatizzatore viene misurato in decibel: più i decibel aumentano, più rumore emette il climatizzatore. In genere, i modelli di condizionatore più diffusi sul mercato si aggirano su valori attorno ai 40/45 dB, ed hanno un livello di rumorosità sopportabile. Invece, i modelli che emettono più di 65 dB possono risultare fastidiosi, specialmente all’esterno. Ad ogni modo, in commercio è possibile trovare anche dei modelli più silenziosi, con emissioni di rumore inferiore ai 30 decibel, oppure dotati di modalità silenziosa da impostare durante le ore serali.
Il linfedema è una condizione cronica che causa gonfiore, solitamente alle braccia o alle gambe, dovuto a un accumulo di liquidi linfatici. Se ne soffri, sai bene quanto possa risultare non solo doloroso ma anche limitante nelle attività quotidiane. Siamo sicuri che comprendere e gestire il linfedema può fare una grande differenza nella qualità della tua vita. Inoltre, forse sei stanca di assumere antinfiammatori o di impiegare pomate antinfiammatorie. Per questo motivo vogliamo condividere con te i migliori rimedi naturali per alleviare i sintomi del linfedema, con un approccio empatico e informativo.
Sebbene non esista una cura definitiva, vi sono per il linfedema gambe rimedi naturali che favoriscono la riduzione del gonfiore e la ripresa della normale circolazione.
Come sciogliere il linfedema?
La gestione del linfedema inizia con metodi che aiutano a sciogliere l’accumulo di fluidi e ridurre il gonfiore.
Come pulire la linfa in modo naturale?
La linfa può essere pulita in modo naturale attraverso una combinazione di dieta, esercizio fisico e pratiche di benessere. Ti indichiamo ora alcuni consigli davvero pratici:
Dieta Ricca di Antiossidanti: Il nostro consiglio è quello di scegliere alimenti che contengano alti quantitativi di antiossidanti, proprio come la frutta e la verdura. Infatti, possono aiutarti a combattere l’infiammazione in corso e promuovono in generale la salute del tuo sistema linfatico;
Infusi e Tisane: Tisane a base di piante come il tarassaco, il finocchio e la bardana possono aiutare a stimolare il drenaggio linfatico e purificare il sistema;
Idratazione: Bere molta acqua facilita il flusso della linfa e aiuta a eliminare le tossine;
Esercizi di respirazione profonda: La respirazione diaframmatica può migliorare il flusso linfatico e contribuire alla pulizia del sistema.
Come sgonfiare le gambe da linfedema?
Sgonfiare le gambe colpite da linfedema richiede un approccio multifattoriale.
Massaggio Linfodrenante: Quando è un professionista ad eseguirlo, si rivela un toccasana per stimolare il drenaggio linfatico e per ridurre il gonfiore che avverti alle gambe;
Compressione: Ti sarà utile acquistare e indossare delle calze compressive. Se hai dei dubbi sulla loro comodità, sappi che in breve tempo ci farai l’abitudine. Sono molto efficaci sia per prevenire l’accumulo di liquidi che per ridurre il gonfiore;
Esercizio Fisico: Attività a basso impatto come il nuoto, il camminare e lo yoga aiutano a migliorare la tua circolazione linfatica e a ridurre il gonfiore;
Elevazione degli Arti: Sai che sollevare le gambe sopra il livello del cuore, poggiandole su un cuscino e aiutandoti con una parete per un paio di minuti, può aiutarti significativamente a ridurre sia l’accumulo di liquidi che il gonfiore.
Come eliminare il ristagno linfatico?
Per eliminare il ristagno linfatico, adotta delle semplici abitudini che facilitino il movimento dei liquidi nel corpo:
Spazzolatura a secco: Usa una spazzola a setole naturali per massaggiare la pelle in movimenti circolari verso il cuore per stimolare il sistema linfatico;
Alimentazione equilibrata: Come immaginerai, il sale e gli zuccheri raffinati sono nemici numero uno da combattere. Quindi, anche se non è semplice, cerca di ridurre al minimo il loro consumo, aiutandoti con delle alternative in cucina come l’utilizzo di spezie per dare sapore ai cibi;
Erbe e supplementi naturali: Integratori come la curcuma, il ginkgo biloba e l’estratto di semi di pompelmo possono migliorare la funzione linfatica.
Come far sgonfiare un linfedema?
Per sgonfiare un linfedema, è essenziale combinare tecniche naturali con trattamenti quotidiani.
Bagni di Sale di Epsom: Immaginati di immergerti in una vasca calda con sale di Epsom, questo semplice rituale può aiutarti a ridurre l’infiammazione e il gonfiore.Sai che questo sale contiene il solfato di magnesio? Si tratta di un vero alleato per i tuoi muscoli e le articolazioni. Prova a dedicare un po’ di tempo a te stessa, magari con una candela profumata e della musica rilassante;
Oli Essenziali: Gli oli essenziali sono come piccoli tesori della natura. Ad esempio, l’olio di limone, l’olio di menta piperita e l’olio di zenzero possono essere utilizzati per massaggi locali. Massaggia delicatamente queste fragranze sulla pelle per migliorare la circolazione linfatica e rilassarti. Ricorda di diluire gli oli essenziali con un olio vettore (come l’olio di cocco) prima dell’applicazione;
Mobilizzazione dolci: Non è necessario fare esercizi estenuanti per ottenere benefici quindi, prova esercizi di mobilizzazione dolci, come sollevare e abbassare gli arti. Ricorda solo di ascoltare il tuo corpo e procedere con calma, senza esagerare.
Come riattivare il sistema linfatico in modo naturale?
Riattivare il sistema linfatico naturalmente può migliorare significativamente i sintomi del linfedema. Come fare? Affidati a degli esercizi di stretching e alla sauna a infrarossi per stimolare il sistema linfatico e migliorare la circolazione. Anche seguire una dieta disintossicante, quindi ricca di fibre e povera di grassi saturi, può favorire un sistema linfatico sano.
Come stimolare il drenaggio linfatico?
Il drenaggio linfatico può essere stimolato attraverso diverse tecniche naturali che includono:
Yoga e Pilates: Queste discipline favoriscono la mobilità attraverso movimenti lenti e controllati;
Tecniche di respirazione: La respirazione profonda aiuta a stimolare il drenaggio linfatico;
Esercizi cardiovascolari leggeri: Camminare, nuotare e andare in bicicletta sono eccellenti per stimolare il sistema linfatico.
Cosa prendere per aiutare il sistema linfatico?
Sai che esistono diversi integratori naturali e alimenti che possono aiutare il tuo sistema linfatico a funzionare in modo ottimale?
Vitamina C: Aiuta a rafforzare il sistema immunitario e migliora la funzione linfatica;
Estratto di semi di pompelmo: Con proprietà antiossidanti e antimicrobiche, può supportare la salute linfatica;
Curcuma: Puoi scegliere di usarla sia in polvere che tramite integratori, ma ti stupirà per l’effetto delle sue proprietà antinfiammatorie;
Ginkgo Biloba: Migliora la circolazione sanguigna e linfatica.
Le cure naturali per il linfedema agli arti inferiori
Soffri di linfedema agli arti inferiori? Anche in questo caso vogliamo rassicurarti del fatto che esistono diverse cure naturali che possono essere efficaci. Senza ombra di dubbio, se inizi a svolgere attività fisica regolarmente vedrai nel giro di breve tempo ottimi risultati.
Per esercizi intendiamo anche fare delle camminate, oppure prendersi del tempo per nuotare in piscina o andare in bicicletta, se ti piace. Anche apprendere delle tecniche di respirazione profonda può aiutarti a stimolare il flusso linfatico. Oltre a questo, la Fitoterapia è un rimedio naturale molto efficace. L’ippocastano può rivelarsi un rimedio davvero utile per sgonfiare le gambe. Anche l’aloe vera, con le sue proprietà antinfiammatorie, può essere applicata localmente per alleviare il gonfiore.
Sappiamo che prendersi cura del linfedema con rimedi naturali richiede costanza e attenzione. Ad ogni modo, se riesci a inserire queste pratiche nella tua quotidianità, vedrai una grande differenza per quanto riguarda la manifestazione dei sintomi.
Sogni anche tu di fare il grande salto e aprire un’attività all’estero? Magari l’idea di avviare una nuova impresa in un paese straniero ti affascina, ma non sai da dove iniziare. Con questo articolo abbiamo l’obiettivo di aiutarti e guidarti fornendoti consigli pratici su come fare. Ti illustreremo quali sono le migliori tipologie di aziende da considerare e dove conviene di più avviare il tuo business, anche con piccoli investimenti iniziali.
Idee e consigli su come aprire un’attività all’estero
Aprire un’attività all’estero può sembrare complicato, lo capiamo. Vogliamo rassicurarti del fatto che con le giuste informazioni che ti daremo e una buona pianificazione, può trasformarsi in una straordinaria opportunità per te! Ti permetterà di espandere i tuoi orizzonti e di migliorare la tua qualità di vita. Ecco alcuni consigli utili per iniziare:
Ricerca e Pianificazione: Prima di tutto, fai una ricerca approfondita sul mercato del paese in cui desideri aprire attività all’estero. Studia la domanda per i prodotti o servizi che intendi offrire, analizza la concorrenza e valuta le condizioni economiche e legali;
Consulenza Professionale: Considera di rivolgerti a consulenti esperti in diritto internazionale e fiscalità. Loro possono aiutarti a comprendere meglio come aprire un’attività all’estero, rispettando le leggi locali e ottimizzando i costi;
Conoscenza della Cultura Locale: Comprendere la cultura e le abitudini dei consumatori locali è cruciale. Infatti, ogni paese ha le proprie peculiarità e adattarsi ad esse può fare la differenza nel successo della tua impresa;
Network Locale: Costruire una rete di contatti locali può agevolarti nell’avviare l’attività. Partecipa a eventi di settore, entra in contatto con associazioni di imprenditori e sfrutta i social media per creare una rete di supporto.
Tipologie di aziende da aprire all’estero
Quando decidi di aprire un’azienda all’estero, è importante scegliere il tipo di attività più adatto al mercato locale e alle tue competenze.
Attività online
Vorresti avviare un’attività online? Può essere una scelta strategica e conveniente. Ecco perché:
Bassi costi iniziali: Non avendo bisogno di un negozio fisico, i costi iniziali sono ridotti;
Flessibilità: Puoi gestire il business da qualsiasi parte del mondo, senza essere legato a una località specifica;
Mercato Globale: Hai la possibilità di raggiungere clienti in tutto il mondo.
Alcune idee di attività online includono e-commerce, servizi di consulenza, marketing digitale, e vendita di corsi online.
Società estere già pronte
Un’altra opzione è acquistare una società estera già avviata. Questo può offrire diversi vantaggi:
Operatività Immediata: Non devi preoccuparti di tutte le formalità iniziali, poiché l’azienda è già operativa;
Clientela Esistente: Puoi contare su una base di clienti già consolidata;
Know-How Locale: L’azienda esistente avrà già una conoscenza approfondita del mercato locale.
Dove conviene aprire un’attività all’estero?
In Europa, negli Stati Uniti o in Sud America? Forse sono tante le domande che ti stai facendo sulla scelta del paese in cui aprire un’attività all’estero. In effetti, si tratta di una decisione fondamentale per il successo del tuo business. Alcuni fattori da considerare includono la tassazione, la burocrazia, e le condizioni economiche.
Quali sono i paesi con meno tasse da pagare
Se il tuo obiettivo è ridurre al minimo le tasse, ci sono alcuni paesi noti per i loro vantaggi fiscali:
Emirati Arabi Uniti: Zero imposte sul reddito e un’aliquota IVA del 5%;
Singapore: Tassazione bassa e numerosi incentivi fiscali per le start-up;
Hong Kong: Bassa tassazione sulle imprese e nessuna imposta sul valore aggiunto (IVA).
In quale paese conviene aprire un E-commerce?
Per aprire un-ecommerce, devi considerare paesi con un buon accesso a internet, una popolazione tecnologicamente avanzata e una logistica efficiente. Alcuni dei migliori paesi includono:
Stati Uniti: Mercato enorme e sviluppato, con una forte cultura dell’e-commerce;
Germania: Hub logistico centrale in Europa, con consumatori abituati agli acquisti online;
Australia: Mercato in crescita con una forte domanda di prodotti internazionali.
Dove aprire attività con pochi soldi?
Se il tuo budget è limitato, non preoccuparti. Ci sono alcune nazioni che offrono costi di avvio contenuti e buone opportunità di crescita.
Vietnam: Costi operativi bassi e una rapida crescita economica;
Bulgaria: Costi ridotti e aliquote fiscali vantaggiose per le imprese;
Portogallo: Incentivi per le start-up e costi della vita ragionevoli.
Aprire un franchising: meglio in Italia o all’estero?
Con l’espansione in franchising non dovrai lavorare direttamente in un paese estero ma creare degli alleati sul territorio, che hanno sicuramente più esperienza e conoscenza di te.
Qual è il problema di lavorare in un paese estero?
Un qualunque paese estero ha un impianto legislativo e delle regole sociali che non conosciamo bene quanto chi ci vive o ci lavora da tanto tempo.
Quando un imprenditore italiano va ad esempio in Germania, si troverà di fronte ad un sistema di idee, territori, culture, leggi e consuetudini che non conosce.
Quindi l’errore che molti imprenditori fanno è quello di spendere tantissimi soldi per creare delle unità locali all’estero dirette, per poi rendersi conto solo successivamente quanto sia complesso gestire e lavorare con dipendenti e collaboratori che non conoscono la tua lingua, che non hanno la tua stessa cultura e sono inquadrati con delle leggi completamente differenti.
La cosa peggiore è che in questo grande sogno, spinto sicuramente da un forte entusiasmo, potresti rischiare davvero di perdere tutti i soldi messi da parte in anni o, peggio ancora, indebitarti pesantemente per un’attività che è un colabrodo.
Il franchising oggi è la via più redditizia per fare espansione nei paesi esteri perché lo sviluppo tradizionale, con aperture dirette, richiede enormi budget e porta con sé un grandissimo rischio d’impresa, anche se, in caso positivo, ci sarà un maggior incasso.
Ma conviene investire tanti soldi ed energie in un progetto con un enorme rischio, quando puoi scegliere la via del franchising che invece garantisce più sicurezza e meno investimento?
Il franchising ti permette di espanderti in modo sano, dove la logica del profitto non è l’unica variabile da prendere in considerazione, e viene sovrastata dalla volontà di creare qualcosa di solido.
Quindi se il tuo obiettivo è solo quello di massimizzare i profitti, sicuramente la strada dello sviluppo diretto è quella migliore, ma più rischiosa e complicata.
Se invece vuoi creare un futuro solido, sia per la tua azienda e che per la tua realtà, il franchising è la via preferenziale, perché ti permette di lavorare con delle persone molto motivate su territori che tu non conosci.
Perché all’atto pratico, un franchising funziona?
Un franchising funziona perché si parte sempre da una base solida, prendendo:
un modello di business che funziona,
un marketing che funziona,
un prodotto o un servizio che funziona
In più, si fa sposare questo progetto (già vincente) ad un imprenditore che:
conosce molto bene il suo territorio,
ama il suo territorio,
ha contatti e sa come prendere le persone,
e magari ha anche una storia di successo.
E’ ovvio questo imprenditore ha sempre una marcia in più rispetto ad una persona che viene da fuori.
Un format che funziona ed un imprenditore forte, uniti dalla potenza del franchising, portano ad un successo assicurato.
L’esempio concreto che stiamo vivendo in questo momento in Italia si chiama Domino’s Pizza, brand americano che ha dichiarato due anni fa di voler aprire 800 pizzerie in franchising in Italia.
FAQ
Come aprire un’attività fuori dall’Italia?
La chiave è una buona ricerca di mercato, consulenza professionale e comprensione delle normative locali. Inizia con un business plan solido e rivolgiti a esperti in diritto e fiscalità internazionale.
Quanto costa aprire un’azienda all’estero?
I costi possono variare notevolmente a seconda del paese e del tipo di attività. In media, possono oscillare tra 10.000 e 50.000 euro, inclusi costi di licenze, spese legali e prime forniture.
Qual è il paese migliore per aprire un’attività?
Sicuramente dipende dal tipo di business che intendi avviare. Per quanto riguarda l’apertura di un e-commerce, gli Stati Uniti e la Germania sono ottimi. Invece, per attività con bassi costi di avvio, considera il Vietnam o la Bulgaria.
Quali sono i rischi di aprire un’attività all’estero?
I principali rischi includono differenze culturali, barriere linguistiche, instabilità politica e incertezza economica. È essenziale essere ben preparati e informarsi a fondo prima di intraprendere questo passo.
Posso aprire un’attività all’estero senza trasferirmi?
Sì, grazie alla tecnologia e alla possibilità di gestire attività online, puoi avviare un’impresa all’estero senza dover necessariamente trasferirti.
Aprire un negozio all’estero è difficile?
Può essere complesso, ma con la giusta pianificazione e l’assistenza di professionisti esperti, è assolutamente fattibile.
Ti sarà chiaro ora che aprire un’attività all’estero può realmente offrirti innumerevoli opportunità sia di crescita che di successo. Che tu scelga di avviare un e-commerce, una società esistente o un negozio fisico, la chiave è una preparazione accurata e una strategia ben definita. Buona fortuna nella tua avventura imprenditoriale all’estero!
Se hai mai considerato una carriera nella sicurezza, diventare guardia giurata potrebbe essere un’opzione interessante. Questo ruolo non solo offre la possibilità di proteggere persone e proprietà, ma può anche offrire una carriera stabile e gratificante. In questo articolo, analizzeremo quali sono i requisiti, le responsabilità di chi sceglie questo lavoro.
Vedremo anche quali opportunità di carriera offre questo mestiere.
Che cosa fa la guardia giurata?
La guardia giurata svolge un ruolo cruciale nella protezione di persone e proprietà da una vasta gamma di minacce, che vanno dai furti ai vandalismi e ad altri crimini. Pur non essendo dotata dei poteri di arresto propri della polizia, può tuttavia intervenire effettuando detenzioni temporanee in caso di necessità, fino all’arrivo delle forze dell’ordine competenti.
Questo significa che può fermare un individuo sospetto e trattenerlo per indagare su attività potenzialmente criminali.
Le attività notturne
Per quanto riguarda le guardie notturne, il loro compito principale consiste nel pattugliare aree specifiche durante le ore notturne, quando la presenza di persone è generalmente ridotta. Questo tipo di pattugliamento aiuta a dissuadere potenziali intrusi e a garantire che la sicurezza sia mantenuta anche durante le ore meno frequentate.
Qual è lo stipendio medio?
Gli addetti alla sicurezza possono essere retribuiti su base oraria o salariale, con compensazioni aggiuntive per i turni notturni e i giorni festivi. In linea di massima lo stipendio parte da 1245 euro al mese a salire in base ai livelli di esperienza e anni di lavoro.
Quante ore di lavoro svolge?
Le ore di lavoro possono essere variabili, con la possibilità di turni notturni e weekend, a seconda delle esigenze dell’azienda o dell’ente che assume.
I livelli
Livello 1
Il livello 1 rappresenta il punto di ingresso nella professione di guardia giurata. Le attività svolte in questa fase possono includere la sorveglianza di edifici, il controllo degli accessi e la risposta a segnalazioni di emergenza. Questo livello richiede generalmente un corso di formazione di base e la licenza per svolgere la professione.
Livello 2
Il livello 2 comporta responsabilità aggiuntive rispetto al livello 1. Le guardie di questo livello possono essere coinvolte in pattugliamenti più attivi e complessi, oltre a fornire assistenza in situazioni di emergenza come incendi o evacuazioni.
Livello 3
Il livello 3 è riservato agli addetti alla sicurezza con esperienza e competenze avanzate. Queste guardie possono essere addestrate per rispondere a situazioni ad alto rischio come attentati terroristici o minacce di violenza.
Livello 4
Il livello 4 è il massimo livello di competenza e responsabilità della guardia. Queste figure professionali possono essere coinvolte in operazioni di sicurezza altamente specializzate, come la protezione di persone di particolare importanza o la sicurezza in ambienti ad alto rischio.
Cosa si deve fare per diventare guardia giurata?
Per imparare questa professione e lavorare nel settore occorre iscriversi ad un corso di formazione accreditato e completarlo, solo allora si può ottenere la licenza di guardia giurata.
Gli argomenti trattati nei corsi di formazione riguardano le leggi e i regolamenti sulla sicurezza, le tecniche di pattugliamento e come gestire le emergenze.
Che tipo di corso deve fare e quanto dura?
La durata e il contenuto del corso dipende dalle normative locali e del livello di certificazione desiderato.
Requisiti e età massima
In Italia, i requisiti sono regolamentati dal Ministero dell’Interno e possono variare leggermente in base alla regione e alle normative locali. Tuttavia, esistono alcuni criteri comuni che i candidati devono soddisfare per poter accedere a questa professione.
Ovviamente la maggiore età è un requisito fondamentale ed essere assunti. Questo è fondamentale per garantire che i candidati abbiano la maturità necessaria per gestire le responsabilità associate al ruolo che questa professione richiede.
Inoltre, è richiesto che i candidati non abbiano precedenti penali, soprattutto per reati gravi, in quanto la sicurezza e l’affidabilità sono qualità essenziali per chi lavora in questo settore. I candidati devono presentare un certificato penale che attesti l’assenza di condanne o procedimenti penali in corso.
Un altro requisito importante è livello minimo di istruzione, solitamente equivalente al diploma di scuola superiore o a un equivalente qualifica educativa riconosciuta. Questo è necessario per garantire che i candidati abbiano una base di conoscenze di base e capacità di comprensione delle leggi e dei regolamenti relativi alla professione di addetto alla sicurezza.
Inoltre, in alcuni casi potrebbero essere richiesti ulteriori richieste, come la certificazione di idoneità psico-fisica rilasciata da un medico autorizzato e la partecipazione a specifici corsi di formazione professionale riconosciuti dalle autorità competenti.
Che differenza c’è tra guardia giurata e vigilanza?
Le guardie giurate hanno solitamente il compito di proteggere persone e proprietà da attività criminali, mentre il personale di vigilanza può svolgere compiti come il monitoraggio di telecamere di sicurezza o il controllo degli accessi senza avere poteri di detenzione.