Cos’è il saldo e stralcio dei debiti e quando conviene

Il saldo e stralcio dei debiti è un accordo transattivo con cui il creditore accetta di chiudere una posizione a fronte del pagamento di una somma inferiore rispetto al dovuto originario.

saldo e stralcio come funziona

Non è un condono automatico, ma una trattativa basata su convenienza reciproca. Il debitore porta sul tavolo un’offerta sostenibile, il creditore valuta se incassare subito una quota significativa e chiudere il fascicolo invece di inseguire un recupero lungo, costoso e dal risultato incerto.

Vale per debiti bancari e finanziari (prestiti, carte di credito, sconfinamenti), per cessioni del credito a società di recupero e, in ambiti circoscritti e regolati, anche per crediti della Pubblica Amministrazione.

L’elemento centrale è la prova di difficoltà oggettiva: chi propone uno stralcio credibile dimostra che, realisticamente, non riuscirà a ripagare l’intero importo in tempi ragionevoli e senza mettere a rischio il proprio sostentamento.

Conviene quando la posizione è deteriorata, le rate sono in arretrato, sono partite diffide o azioni esecutive, oppure quando il credito è già stato ceduto a un servicer che ha un prezzo di carico inferiore al nominale.

In questi casi l’interesse del creditore a incassare “bene e subito” può allinearsi con l’interesse del debitore a chiudere.

Conviene anche quando esistono liquidità pronta (da familiari, da un TFR, da una dismissione) o quando si può dimostrare un peggioramento strutturale del reddito (malattia, perdita di lavoro, separazione), elementi che spingono il creditore a preferire un accordo piuttosto che accanirsi su un patrimonio inesistente.

Al contrario, ha poco senso chiedere uno stralcio se la posizione è regolare, se ci sono garanzie forti (ipoteche capienti, coobbligati solvibili) o un profilo reddituale che consentirebbe un piano ordinario: in questi scenari il creditore non ha ragione per rinunciare.

Come funziona il saldo e stralcio debiti?

Spesso si arriva allo stralcio quando il debito è già stato ceduto a una società di recupero crediti e in quel caso il nuovo titolare lo ha acquistato a prezzo ridotto e può permettersi margini di sconto più ampi.
In altri scenari, soprattutto con le cartelle esattoriali, la logica è diversa, si parla di saldo e stralcio solo quando lo prevede una legge, e le percentuali sono fissate in modo uniforme per tutti.

L’accordo si conclude sempre con un documento scritto, chiamato liberatoria, che è la prova che il debito è estinto e che nessuno potrà avanzare altre pretese in futuro. Senza quella carta, anche se il debito è stato pagato, c’è il rischio che la posizione resti “sospesa” e riemerga.

In linea generale, gli sconti variano tra il 30% e il 70% del dovuto, ma ogni caso è a sé, dipende dall’anzianità del credito, dalle garanzie in essere e da quanta liquidità reale si può offrire.

Come prepararsi a una proposta di saldo e stralcio?

Per arrivare a un accordo serve metodo, bisogna dimostrare in modo chiaro e documento che non si ha la possibilità di pagare tutto il debito.

La prima cosa da fare è mettere in ordine la situazione, capire quanto si deve, a chi e in quale stato si trova la pratica. A volte il creditore non è più la banca o la finanziaria iniziale, ma una società terza.

Poi serve una fotografia della situazione economica reale: redditi, spese mensili, familiari a carico, eventuali malattie o eventi che hanno ridotto la capacità di rimborso. Più il quadro è trasparente, più la proposta appare seria.

La lettera di proposta deve essere scritta bene, bisogna spiegare la situazione, dichiarare l’importo che si può versare e indicare da dove provengono i fondi (ad esempio una donazione familiare, un TFR o la vendita di un bene).
Il creditore non valuta solo la cifra, ma anche l’affidabilità del debitore. Se percepisce la buona fede e che l’offerta è reale, la trattativa si sblocca molto più facilmente.

Documenti utili da preparare:

  • documento d’identità, codice fiscale e ISEE aggiornato;
  • ultime buste paga o dichiarazione dei redditi;
  • estratto conto della posizione o comunicazioni del creditore;
  • prova della liquidità disponibile (bonifico, promessa scritta di terzo, TFR).

Chi ha più debiti può tentare un approccio coordinato, magari con il supporto di un consulente. Gestire tutto insieme aiuta a evitare che un creditore “blocchi” risorse destinate ad altri.

Quanto proporre per ottenere una risposta positiva

Non c’è una regola fissa, un 40% in unica soluzione può bastare per vecchi debiti chirografari, mentre per posizioni recenti o garantite difficilmente si scende sotto il 60%. In ogni caso, conta di più la qualità dell’offerta che la percentuale, un bonifico certo e immediato viene percepito bene e accolto rispetto a una promessa di pagamento tra 3 o 6 mesi.

Come chiudere un accordo saldo e stralcio?

Una volta inviata la proposta, parte la trattativa vera e propria. Il creditore può chiedere chiarimenti, controproporre una percentuale diversa o fissare un termine di pagamento più breve.
Quando si raggiunge l’intesa, si firma un documento che riassume tutto: importo concordato, tempistiche, modalità di pagamento e liberatoria finale.

Il pagamento deve avvenire con mezzi tracciabili, niente contanti o accordi verbali, e sempre secondo i tempi indicati.
Subito dopo, bisogna ottenere la quietanza liberatoria su carta intestata, firmata da chi rappresenta legalmente l’ente o la società, senza questo documento la chiusura non ha valore.

Dopo aver saldato, controlla sempre che:

  • il creditore comunichi la chiusura alle banche dati creditizie (CRIF, CTC, Experian);
  • eventuali pignoramenti o ipoteche vengano formalmente cancellati;
  • non restino segnalazioni attive.

La segnalazione resta presente per circa tre anni, ma non pesa più come prima, poiché indica che la posizione è stata risolta e che l’accordo di saldo e stralcio è stato onorato.

Differenze tra saldo e stralcio di debiti privati e cartelle pubbliche

Nel settore bancario e finanziario, tutto ruota attorno alla negoziazione. La banca valuta caso per caso, e la flessibilità è maggiore se il credito è stato ceduto a una società di recupero. Queste società, avendo acquistato i debiti a sconto, possono permettersi margini più ampi di riduzione, purché il pagamento sia rapido e tracciato.

Nel mondo della Pubblica Amministrazione, invece, le regole sono molto rigide.
Le cosiddette “definizioni agevolate”, come i condoni o i saldi e stralci dell’Agenzia delle Entrate, seguono leggi precise, con percentuali e scadenze fissate dallo Stato.
Fuori da quelle finestre, l’unica via è la rateizzazione. Per questo è importante monitorare eventuali misure straordinarie, che possono rappresentare un’occasione per chiudere vecchie cartelle con sconti importanti.

Quando il saldo e stralcio debiti conviene e quando no?

Il saldo e stralcio, se gestito bene, è la via d’uscita da una situazione economica difficoltosa. Non solo riduce il debito, ma consente di riprendere fiato, chiudere le azioni legali e ricominciare a pianificare senza la paura di nuove lettere o solleciti.

I vantaggi:

  • fine immediata del contenzioso e delle procedure esecutive;
  • sconto consistente sul debito complessivo;
  • possibilità di ottenere una liberatoria che “ripulisce” la posizione.

Ma ci sono anche rischi:

  • serve liquidità pronta, non promesse future;
  • alcune segnalazioni restano visibili per un periodo;
  • se non si rispettano i tempi o si paga in modo errato, l’accordo decade e il debito torna pienamente esigibile.

A chi rivolgersi per il saldo e stralcio debiti?

Per avviare un saldo e stralcio bisogna rivolgersi direttamente al titolare del credito, cioè alla banca, alla finanziaria o alla società che gestisce il recupero.

Il primo passo è capire chi detiene oggi il debito, se è ancora la banca originaria o se la pratica è stata ceduta a una società specializzata. Lo si può verificare controllando le ultime comunicazioni ricevute o chiedendo un estratto ufficiale della posizione.

Una volta individuato l’interlocutore giusto, è possibile:

  • presentare la proposta in forma scritta, con importo offerto e motivazioni economiche;
  • richiedere assistenza a un consulente del debito, un avvocato o un mediatore creditizio esperto in trattative stragiudiziali;
  • nel caso di cartelle esattoriali, rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate-Riscossione o a un CAF/consulente fiscale per verificare se sono attive procedure di definizione agevolata.

Il consiglio è evitare intermediari improvvisati o agenzie che promettono cancellazioni totali del debito perché nessuno può azzerarlo senza un accordo firmato dal creditore.

Un professionista indipendente o un avvocato civilista specializzato in diritto bancario può invece negoziare condizioni migliori e vigilare sulla correttezza della liberatoria finale.

FAQ – Saldo e stralcio

1. A chi rivolgersi per il saldo e stralcio dei debiti?
Al titolare del credito, cioè banca, finanziaria o società di recupero. In alternativa, a un consulente legale o del debito esperto.

2. Quanto si può risparmiare con il saldo e stralcio?
In media tra il 30% e il 70% del debito totale, a seconda della situazione economica e del tipo di creditore.

3. Serve un avvocato per fare un saldo e stralcio?
Non è obbligatorio, ma un avvocato o consulente specializzato può negoziare meglio e garantire la correttezza della liberatoria.

4. Quanto tempo serve per chiudere un saldo e stralcio?
Dai 30 ai 90 giorni, in base alla disponibilità della somma e ai tempi di risposta del creditore.

5. Il saldo e stralcio cancella le segnalazioni in CRIF?
Sì, ma non subito. La segnalazione resta visibile per circa tre anni come “sofferenza chiusa” e poi viene rimossa automaticamente.

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