Le criptovalute sostituiranno le valute tradizionali?

Le criptovalute saranno in grado di sostituire le valute tradizionali come mezzo di pagamento? O rimarranno delle mere opportunità di investimento ultra speculativo, sfruttando magari i repentini e vistosi cambi nelle quotazioni criptovalute? Stando a quanto afferma uno dei difensori più tenaci sui bitcoin e uno dei maggiori sostenitori della blockchain – Herman Gref, capo della più grande banca russa – in realtà la criptovaluta non sarà in grado di sostituire il denaro legale nel sistema finanziario centralizzato di oggi.

L’amministratore delegato di Sberbank, Herman Gref, ha infatti parlato anche di questo ai giornalisti presenti a margine dell’Astana Finance Days, una conferenza finanziaria eurasiatica in Kazakistan. Quando gli è stato chiesto di prendere posizione sull’avvento delle criptovalute e il loro ruolo come metodo di pagamento, l’agenzia di stampa russa TASS ha riportato delle dichiarazioni abbastanza chiare, oltre che condivise da molti degli altri presenti.

“Vedo una prospettiva di uso globale delle criptovalute come alternativa al denaro legale? Non lo vedo e l’ho detto molte volte”, ha detto Gref, prima di spiegare di non ritenere che “lo Stato sia pronto a cedere il suo ruolo centralizzato nell’emissione di moneta legale a favore di altre istituzioni decentrate”.

Mentre l’osservazione di Gref rappresenta una condivisibile visione sulla realtà del sistema finanziario centralizzato di oggi – in cui una banca centrale è l’unica istituzione che emette valuta in un Paese – c’è comunque una crescente accettazione sul fatto che la criptovaluta a livello globale possa comunque svolgere un ruolo sinergico di mezzo di pagamento (sia sufficiente ricordare quanto sta accadendo in Giappone, dove legalmente il bitcoin è riconosciuto come metodo di pagamento).

Gref è stato un critico abbastanza netto della decisa azione di “bando” delle criptovalute da parte del governo russo nel corso degli anni. Verso la fine del 2016, l’influente banchiere ha rivelato con piacere che era un bitcoiner e che si impegnava attivamente nel trading fiat-crypto come forma di investimento. All’inizio di quest’anno, Gref ha riaffermato la sua posizione assunta negli anni nell’opporsi a qualsiasi divieto di scambio di criptovalute e ha esortato le autorità a mettere da parte la loro ostilità a favore della regolamentazione del denaro decentrato.

Nel frattempo, la Sberbank guidata da Gref è diventata la prima banca russa ad aderire ad un consorzio internazionale di blockchain – Hyperledger – nel 2016, prima di diventare membro dell’Enterprise Ethereum Alliance (EEA) nel 2017. Sberbank ha anche condotto i trasferimenti di denaro su una blockchain alimentata da IBM ed è pronto a testare l’emissione di token da un’offerta iniziale di monete (ICO) su una sandbox normata della banca centrale.

I commenti di Gref arrivano in un momento cruciale: la Russia sta attraversando un processo legislativo per riconoscere le criptovalute come beni senza però concedere loro la legalità come strumenti monetari per i pagamenti. Un processo faticoso, discusso e non sempre condiviso tra le parti in causa, al cui termine le criptovalute potrebbero essere gestite e usate in un diverso approccio rispetto a quello odierno.

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