Ogni regione ha le sue norme, il caos dei divieti anti contagio

Fa parlare molto in queste ore, la difformità di divieti e ordinanze che ogni Regione sta emanando al fine di evitare un’eccessiva diffusione del Coronavirus.
Infatti, come previsto dalla nostra Costituzione, ogni Regione in caso di crisi sanitaria e/o epidemica, può adottare proprie misure ma pur sempre in linea con quelle adottate dal Governo Centrale.
Proprio su queste parole della Costituzione, ogni Presidente di Regione sta emanando Decreti particolari, che hanno si una linea generale simile a quella nazionale, ma contengono ognuna divieti e particolarità diversi.

Questa catena di Decreti ad hoc, è iniziata in Campania, dove il governatore attuale Vincenzo De Luca, sin dai primi giorni si è distaccato dalle direttive nazionali.
Infatti è famoso il suo decreto di 15 giorni fa dove, mentre il Presidente del Consiglio Conte dichiarava ‘legale’ fare sport all’aperto seppur in solitudine e mantenendo sempre le distanze, De Luca vietava tassativamente di uscire per fare sport o passeggiate, pena multe o nei casi più gravi l’arresto immediato.
Una mossa prima contesta dal resto d’Italia, ma poi presa come esempio una volta che l’epidemia si è iniziata a diffondere molto più velocemente del previsto.

E’ delle ultime ore poi, la notizia che anche nelle Marche verrà provato a fare qualcosa di diverso, ma provando a seguire il modello della Lombardia, la Regione più colpita di tutta l’Italia.
Infatti, il governatore delle Marche Luca Ceriscioli ha scelto la strada più veloce che passa anche in questo caso per le mani di Guido Bertolaso, che sta collaborando in questi giorni con la Lombardia per il nuovo ospedale alla Fiera di Milano.
Nel dettaglio Ceriscioli ha chiesto a Bertolaso di impostare il lavoro di realizzazione di una struttura per la terapia intensiva come avvenuto a Milano.
E’ necessario ricordare che le Marche, in proporzione al numero di abitanti, è attualmente la seconda regione più colpita.

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